Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/154

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144 orlando innamorato [St. 59-62]

        E gionto avanti a lui, con viso acerbo
     Disse: E’ peccati te han cerchiato in tondo.
     Tanto eri altiero e tanto eri superbo,
     Che non stimavi tutto quanto il mondo.
     Ranaldo e Orlando, che fôr di tal nerbo,
     Sempre cercasti di metterli al fondo;
     Ecco: usurpato te avevi Baiardo,
     Or l’ha acquistato questo re gagliardo.

        A torto me ponesti in la pregione,
     Per far careze a casa di Magancia:
     Or dimanda al tuo conte Ganelone
     Che ti conservi nel regno di Francia.
     Or non v’è Orlando, fior de ogni barone,
     Non v’è Ranaldo, quella franca lancia;
     Che se sapesti tal gente tenire,
     Non sentiresti mo questo martire.

        Io ho donato a Gradasso il ronzone,
     E già mi son con lui bene accordato;
     Stommi con sieco, e servo da buffone,
     Mercè di Gano, che me gli ha lodato:
     Scio che li piace mia condizïone.
     Ogni om di voi li avrò racomandato:
     Lui Carlo Mano vol per ripostieri,1
     Danese scalco, e per coquo Olivieri.

        Io li ho lodato Gano di Maganza
     Per omo forte e digno de alto afare,2
     Sì che stimata sia la sua possanza:
     Le legne e l’acqua converrà portare.
     Tutti voi altri poi, gente di zanza,3
     A questi soi baron vi vol donare;
     E se a lor serà grata l’arte mia,
     Farò che avreti bona compagnia.

  1. P. Ei.
  2. T. e Ml. degno.
  3. Ml., Mr. e P. da zanza.