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176 orlando innamorato [St. 43-46]

        Venne Astolfo da lui sopra Baiardo,
     E fu da Sacripante assai mirato;
     E ben lo stimò fior de ogni gagliardo,
     Tanto lo vede gentilmente armato.
     Già non aveva la insegna da il pardo,
     Ma sopravesta e scudo avea dorato;
     E perciò sempre per quel tenitoro1
     Nomossi il cavallier da il scudo d’oro.

        Disseli Sacripante: Sir valente,
     Che soldo chiedi per la tua persona?
     Rispose Astolfo: Tutta la tua gente,
     Quanta ne è in campo sotto tua corona.
     Altro partito non voglio nïente:
     Così mi piglia, o così me abandona;
     In altro modo non sapria servire,
     Perchè io scio comandar, non obedire.

        Ma acciò che pensi se me la dei dare
     (Perchè forse me stimi per un paccio),
     Voglio una prova nel presente fare:
     Che me leghi di dietro il manco braccio;
     Questo exercito poi voglio pigliare,
     Da tua persona a l’ultimo ragaccio;
     E perchè meraviglia non te mova,
     Adesso adesso ne farò la prova.

        Il re, rivolto a’ soi baron, dicia
     Che li incresciva di quel cavalliero,
     Che a tal partito il senno perso avia;
     E che potrebbe anco esser de legiero
     Che lo intelletto li ritornaria,
     Quando di lui se pigliasse pensiero.
     Altri diceva: Deh! lasciamlo andare!
     Poco de un paccio se può guadagnare.

  1. T. territoro.