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210 orlando innamorato [St. 39-42]

        Ecco Agricane in mezo della strata,
     Che mena in rotta quella gente persa,
     Ed ha quest’altra schiera riscontrata
     Con Sacripante, che il passo attraversa.
     Nova battaglia qui se è cominciata,
     Più de l’altra feroce, e più diversa,
     Benchè e' Tartari sono poca gente;
     Ma dà a lor core il suo segnor valente.

        Da l’altra parte tanto eran spronati
     Quei della terra da quel re circasso,
     Che se stimano al tutto svergognati,
     Se son cacciati adesso di quel passo.
     Quivi de frezze e de dardi lanciati,
     Di mazze e spade ve era tal fraccasso,
     Qual più giamai stimar se puote in guerra;
     Altri che morti non se vede in terra.

        Sopra a tutti l’ardito Sacripante
     Di sua persona fa prova sicura.
     Senz’arme indosso agli altri sta davante,
     Che meraviglia è pur che ancora dura.
     Ma tanto è destro, e di gambe aiutante,
     Che alcuna cosa non gli fa paura;
     Nè con il scudo copre sol se stesso,
     Ma li altri colpi ancor ripara spesso.

        Ora un gran sasso mena, or getta un dardo
     Ora combatte con la lancia in mano;
     Or coperto del scudo, con riguardo,
     Col brando sta a’ nemici proximano;
     E tanto fa, che Agricane il gagliardo
     Ogni sua forza adoperava in vano:
     Nè vi vale il vigor, nè lo ardimento;
     Già morti sono e' soi più de trecento.

7. Mr. puocha. — 13. T. e Mr. frezza. — 23. P. col suo. — 24. P. altrui. — 32. P. son de' suoi; Ml. tutti trecento.