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orlando innamorato |
[St. 47-50] |
Ciò me sentisti ben di sopra dire,
E come riscontrato ha quella dama,
Che par che di dolor voglia morire.
Cortesemente quel baron la chiama,
E prega lei per ogni suo desire,
Per quella cosa che più nel mondo ama,
E per lo Iddio del celo, e per Macone,
Che del suo dol li dica la cagione.
Piangendo respondia la sconsolata:
Io farò tutto il tuo voler compiuto.
Oh Dio! che al mondo mai non fossi nata,
Dapoi che ogni mio bene ho io perduto![1]
Tutta la terra cerco, ed ho cercata,
Nè ancor cercando spero alcuno aiuto;
Però che ritrovarme è di mestieri
Un che combatta a nove cavallieri.
Dicea Ranaldo: Io non mi vo’ dar vanto,
Già de duo cavallier, non che di nove;
Ma il tuo dolce parlare e il tuo bel pianto
Tanta pietate nel petto mi move,
Che, se io non son bastante a un fatto tanto,
L’ardir mi basta a voler far le prove;
Sichè del caso tuo prendi conforto,
Chè certo o vincer aggio, o serò morto.[2]
Disse la dama: A Dio ti racomando!
Della proferta ti ringrazio assai;
Ma tu non sei colui ch’io vo cercando,
Ch’io credo ben che nol trovarò mai.
Sappi che tra quei nove è il conte Orlando:
Forse per fama cognosciuto l’hai;
E gli altri ancor son gente de valore:
Di questa impresa non avresti onore.
- ↑ Ml. e Mr. o perduto; P. oggi ho perduto.
- ↑ T. vincer haggio; Ml., Mr. e P. vinceraggio.