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242 orlando innamorato [St. 19-22]

19 Su vola spesso, e giù torna a ferire;
     Ranaldo non la puote indovinare,
     Che una sol volta lo possa colpire.
     Stava la donna la pugna a guardare,
     E di paura se credea morire,
     Non già di sè, che non gli avia a pensare,
     Nè de esser quivi lei se ricordava:
     Del baron teme, e sol per lui pregava.

20 Per la notte vicina il giorno oscura,
     E la battaglia ancora pur durava.
     Di questo sol Ranaldo avea paura,
     De non veder la bestia che volava;
     Onde per trarne fin pone ogni cura,
     Ogni partito in l’animo pensava;
     Al fin non trova quel che debba fare,
     Poi che per l’aria lui non puote andare.

21 Alfin su il prato tutto se distende
     Giù riversato, come fusse morto;
     Quello uccellaccio subito discende,
     Chè non si fu di tale inganno accorto,
     Ed a traverso con le branche il prende.
     Stava Ranaldo in su lo aviso scorto;
     Non fu sì presto da l’uccel gremito,
     Che menò il brando il cavalliero ardito.

22 Proprio sopra alla spalla il colpo serra,
     E nervi e l’osso Fusberta fraccassa;
     Di netto una ala li mandò per terra,
     Ma per questo la fiera già nol lassa.
     Con ambedue le grife il petto afferra,
     E sbergo e maglia e piastra tutte passa
     E l’uno e l’altro ungion strenge sì forte,
     Che pare a quel baron sentir la morte.

2. T. e MI. la. — 2o. T., MI. e Mr. ijresto quello te - 25. Mr. e MI. fera: V. ferra. — 26. P. ossa, — 29. P. griffe.