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322 orlando innamorato [St. 11-14]

         Mentre che la orgogliosa sì minaccia,
     E vuol disfare il celo e il suo Macone,
     Ranaldo ad essa rivolta la faccia,
     Che era stato buon pezzo in stordigione,
     E de gire a trovarla se procaccia;
     Ma lei, che non stimava quel barone,
     Quando contra di sè tornare il vide,
     Altieramente disdignando ride.

        — Ora che non fuggivi, sciagurato,
     Mentre che ad altro il mio pensiero attese?
     Forse hai diletto indi esser pigliato,
     Perchè altrimente non trovi le spese?
     Ma, per mia fede! sei male incapato,
     Et al presente te dico palese,
     Come io te avrò tutt’arme dispogliate,
     Via cacciarotte a suon di bastonate.

         Cotal parole usava quella altera;
     Il pro’ Ranaldo risponde nïente.
     Esso zanzar non vol con quella fera,
     Ma fa risposta col brando tagliente;1
     E, come fu con seco alla frontera,
     Non pose indugia al suo ferir nïente,
     Ma sopra a l’elmo de Fusberta mena:
     Marfisa non sentì quel colpo apena.

         Lei per quel colpo nïente se muta,
     Ma un tal ne dette al cavalliero ardito,
     Che batter li fie’ il mento alla barbuta:
     Calla nel scudo, e tutto l’ha partito.
     Maglia, nè piastra, nè sbergo lo aiuta,
     Ma crudelmente al fianco lo ha ferito.
     Quando Ranaldo sente il sangue ch’escie,
     L’ira, l’orgoglio e l’animo gli crescie.

  1. Mr. far.