Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/38

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28 orlando innamorato [St. 3-6]

        E’ si feriano insieme a gran furore,
     Guardandosi l’un l’altro in vista cruda;
     E, credendo ciascuno esser megliore,
     Trema per ira, e per affanno suda.
     Or lo Argalia con tutto suo valore
     Ferì il nemico in su la testa nuda,
     E ben si crede, senza dubitanza,
     Aver finita a quel colpo la danza.

        Ma poi che vidde il suo brando polito
     Senza alcun sangue ritornar al celo,
     Per meraviglia fu tanto smarito
     Che in capo e in dosso se li aricciò il pelo.
     In questo Feraguto l’ha assalito;
     Ben crede fender l’arme come un gelo,
     E crida: Ora a Macon ti raccomando,
     Chè a questo colpo a star con lui ti mando.

        Così dicendo, quel barone aitante
     Ferisce ad ambe man con forza molta;
     Se stato fosse un monte de diamante,
     Tutto l’avria tagliato in quella volta.
     L’elmo affatato a quel brando troncante
     Ogni possanza di tagliare ha tolta.
     Se Feragù turbosse, io non lo scrivo;
     Per gran stupor non sa se è morto o vivo.

        Ma poi che ciascadun fu dimorato
     Tacito alquanto, senza colpezare
     (Chè l’un de l’altro è sì meravigliato,
     Che non ardiva a pena di parlare),
     L’Argalia prima a Ferragù dricciato
     Disse: Barone, io ti vo’ palesare,
     Che tutte le arme che ho, da capo e piedi,
     Sono incantate, quante tu ne vedi.

1. T., MI. e P. con furore. — 2. P. Guardando l'un coll' altro. - MI.

P. trinciante.