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406 | orlando innamorato | [St. 19-22] |
19 Come fu gionto ove era la donzella,
Di gran letizia non sa che si fare;
Tienla abbracciata e già non li favella,
Chè de allegrezza non puotea parlare.
Or per non far de ciò longa novella,
Quella disciolse ed ebbe a cavalcare,
E posesela in groppa, e a lei rivolto
Parlando andava per quel bosco folto.
20 E l’uno e l’altro insieme racontava,
Questa come fu tolta dal vecchione
Che per la selva oscura la portava,
E come fu poi morto dal leone;
E così a lei Brandimarte narrava
De’ tre giganti quella questïone
Che fatta aveano al prato della fonte,
E de la dama che portava il conte.
21 E così l’uno e l’altro ragionando
De lor travaglio e de la lor paura,
Veniano a ritrovare il conte Orlando.
Ma ad esso era incontrata altra ventura,
Qual poi a tempo vi verrò contando;
Ora al presente poneti la cura
Ad ascoltar la zuffa e la tenzone
Che ebbe Ranaldo col franco Grifone.
22 Nè so se vi ricorda nel presente,
Segnor, come io lasciassi quella cosa
De’ due baron, che nequitosamente
Facean cruda battaglia e tenebrosa,
E stimavan la vita per nïente,
E quello e questo mai non se riposa,
Nè sparma colpi alcun, nè si nasconde,
Ma l’uno l’altro a bon gioco risponde.
21. MI., Mr. e P. cantando. — 32. Mr. V uno e ; P. T uno a.