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442 orlando innamorato [St. 47-50]

47 Ella se parte zoiosa e festante
     Per la promessa di quel cavalliero,
     Tanto superba di cotale amante,
     Che di Marfisa più non ha pensiero.
     Come partita fu, disse Aquilante
     Al conte Orlando: - Il ti farà mestiero
     Domane esser gagliardo sopra il piano,
     Perchè avrai contra il sir de Montealbano.

48 Egli è venuto e non so la cagione,
     Ma fuor de l’intelletto al tutto pare,
     Chè tutti quanti qua dentro al girone
     Ci ha preso con vergogna a disfidare.
     Io lo pregai, ed ancora Grifone,
     Ma lui non si lasciò giamai parlare,
     Nè dir se li può mai ragion che vaglia,
     Onde c’è forza far seco battaglia. -

49 - Sai certo che ’l sia desso, - disse Orlando
     - E che per lui non abbi altro avisato? -
     Disse Aquilante: - A Dio mi racomando,
     Stato son seco a fronte e gli ho parlato,
     E combattei con lui brando per brando;
     E tu me stimi tanto smemorato,
     E sì fuor d’intelletto e di ragione,
     Ch’io non cognosca Ranaldo d’Amone? -

50 Grifone quel medesimo dicia,
     Che senza dubio alcun l’ha cognosciuto;
     E quando il conte tal cosa intendia,
     Tutto cambiosse nel sembiante arguto,
     E prese nel pensier gran zelosia,
     Che qua non fusse Ranaldo venuto
     Sol per amor de Angelica la bella;
     Onde gran doglia dentro il cor martella.

12. MI., Mr. e P. Ci ha. - 16. P. a far. — 32. MI. m cor.