Pagina:Boiardo - Orlando innamorato I.djvu/504

Da Wikisource.
494 orlando innamorato [St. 3-6]

         Rispose il franco conte: In veritate,
     Nella mia mente non posso pensare,
     Non che aprir gli occhi a tanta crudeltate;
     In ogni modo la voglio campare,
     Nè credo che abbi in te tanta viltate,
     Che a questa cosa debbi contrastare.
     Se offeso sei e di vendetta hai brama,
     Ciò non conviene oprar sopra a una dama.

         — Questa donzella, disse il cavalliero
     Fo sempre sì crudele e dispietata,
     E tanto vana e d’animo leggiero,
     Che drittamente è quivi condennata.
     Ma tu forse, baron, tu forastiero,
     Non sciai la istoria di questa contrata,1
     Però pietà te muove a dar soccorso
     A quella che è crudel più che alcuno orso.

         Ascolta, ch’io te prego, in qual mainera,
     Ben iustamente e per dritta ragione
     Fosse nel pino impesa quella fiera.
     Lei nacque meco in una regïone,
     E fo per sua beltade tanto altiera,
     Che mai non fo mirato alcun pavone
     Che avesse più superbia nella coda,
     Quando la sparge al sole et ha chi ’l loda.

         Origille è il suo nome, e la citade
     Dove nascemmo Batria è nominata.2
     Io l’amai sempre dalla prima etade,
     Come piacque a mia sorte isventurata;
     Lei or con sdegni, or con finta pietade,
     Promettendo e negando alcuna fiata,
     Me incese di tal fiamma a poco a poco,
     Che tutto ardevo, anzi ero io tutto un foco.3

  1. P. sei forestiero, Nè.
  2. T. nascemo; Mr. nasemo.
  3. P. omm. io.