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orlando innamorato |
[St. 35-38] |
Piglia! piglia! cridava, ahimè tapina!
Chè consumata son, s’el non è preso.
Ciascun per agradire alla regina
A suo poter avrebbe il ladro offeso.
Lui passa il muro e salta la roina,
Per quella pietra se ne va sospeso,
E per la ripa va mutando il passo
Come per gradi, e gionge al fiume basso.
Nè vi crediati che fusse confuso,
Benchè quella acqua sia grossa e corrente:
Come un pesce a natare egli era aduso;
Entra nel fiume, e di lui par nïente.
Fuor de l’acqua teniva aponto il muso,
E pareva una rana veramente;
Quei del castel, guardando in ogni lato
E nol veggendo, il credeno affocato.
Angelica per questo se dispera,
E ben se batte il viso la meschina.
Brunello uscì dapoi della rivera,
Per la campagna via forte camina;
Gionse dove era la battaglia fiera
Tra il re circasso e la forte regina.
Ivi firmosse alquanto per mirare,1
Ma l’uno e l’altro alor se vol posare;
Perchè il secondo assalto era bastato,
E ciascadun di lor vol prender posa.
Dicea Brunello: Io non serò firmato,
Che io non guadagni vosco alcuna cosa.
Se non vi spoglio, aveti bon mercato;
Ma poi che seti gente valorosa,2
Io voglio usarvi alquanta cortesia:
Ciò che io vi lascio, è della robba mia.
- ↑ P. fermossi.
- ↑ T. e Ml. sete.