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102 orlando innamorato [St. 11-14]

11 Così de Algeri uscì del porto fuore
     Il gran naviglio con le vele a l’orza;
     Maestro alor del mare era segnore,
     Ma Greco a poco a poco se rinforza;
     In ciascaduna nave è gran romore,
     Chè in un momento convien che si torza:
     Ma Tramontana e Libezzo ad un tratto
     Urtarno il mare insieme a rio baratto.

12 Allor se cominciarno e cridi a odire,
     E l’orribil stridor delle ritorte;
     Il mar cominciò negro ad apparire,
     E lui e il celo avean color di morte;
     Grandine e pioggia comincia a venire,
     Or questo vento or quel si fa più forte;
     Qua par che l’unda al cel vada di sopra,
     Là che la terra al fondo se discopra.

13 Eran quei legni di gran gente pieni,
     De vittuaglia, de arme e de destrieri,
     Sì che al tranquillo e ne’ tempi sereni
     Di bon governo avean molto mestieri;
     Or non vi è luce fuor che di baleni,
     Nè se ode altro che troni e venti fieri,
     E la nave è percossa in ogni banda:
     Nullo è obedito, e ciascadun comanda.

14 Sol Rodamonte non è sbigotito,
     Ma sempre de aiutarse si procaccia;
     Ad ogni estremo caso egli è più ardito,
     Ora tira le corde, or le dislaccia;
     A gran voce comanda ed è obedito,
     Perchè getta nel mare e non minaccia;
     Il cel profonda in acqua a gran tempesta,
     Lui sta di sopra e cosa non ha in testa.