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orlando innamorato |
[St. 15-18] |
Poi che ’l Pagano ha sì franca persona,1
Che non trova riparo a sua possanza.
Ecco scontrato ha Bovo de Dozona,
E tutto feso l’ha fin a la panza.2
Sua gente morto in terra lo abandona,
E ciascadun che avea prima baldanza,
Veggendo il colpo orrendo oltra al dovere,
Volta le spalle e fugge a più potere.
Ma sempre a loro è in mezo il pagan fiero:
Tutti li occide senza alcun riguardo.
Chi fugge a piede, e chi fugge a destriero,
Ma nanti al Saracin ciascuno è tardo,
Chè Rodamonte è sì presto e legiero,
Che al corso avea più volte gionto un pardo.
Non vi giova fuggire e non diffesa:
Tutti li manda morti alla distesa.
Come al decembre è il vento che s’invoglia,3
Quando comincia prima la freddura:4
L’arbor se sfronda e non vi riman foglia;
Così van spessi e’ morti a la pianura.
Ecco Americo, il duca di Savoglia,
Ch’è rivoltato in sua mala ventura,
E gionse a mezo il petto lo Africano,
Roppe sua lancia, e fu quel colpo vano;5
Chè a lui ferì il pagan sopra la testa,6
E tutto il parte insin sotto al gallone.
Or fugge ciascaduno e non se arresta;
Mai non se vidde tal confusïone.
Il duca Naimo una grossa asta arresta,
E move la sua schiera il bon vecchione,
E seco ha quattro figli, ogniom più fiero,
Avino, Avorio, Ottone e Belengiero.
- ↑ P. 'l gigante.
- ↑ T. e Ml. nella panza.
- ↑ T. e Mr. omm. è; P. il dicembre il vento che sì annoglia.
- ↑ P. la prima.
- ↑ T. e Ml. Roppe.
- ↑ P. fere.