Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/141

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[St. 59-62] libro ii. canto vii 131

59 E se non era il saracin chinato,
     Chè ben non gionse quella spata a pieno,
     Tutto l’avrebbe per mezo tagliato,
     Come un pezzo di latte, più nè meno;
     Pur fu Aridano alquanto vulnerato,
     Onde li crebbe al cor alto veleno,
     E mena del bastone in molta fretta;
     Ma il conte l’ha assaggiato, e non l’aspetta.

60 Gettosse Orlando in salto de traverso
     E menò il brando per le gambe al basso,
     Ed a quel tempo il saracin perverso
     Callava il suo bastone a gran fraccasso.
     Tirando l’uno e l’altro di roverso
     Ben se gionsero insieme al contrapasso,
     Ma il brando, che non cura fatasone,
     Duo palmi e più tagliò di quel bastone.

61 Mosse Aridano un crido bestïale,
     E salta adosso al conte, d’ira acceso.
     Nulla diffesa al franco Orlando vale,
     Con tanta furia l’ha quel pagan preso,
     E vien correndo, come avesse l’ale.
     Alla riviera nel portò di peso,
     E così seco, come era abracciato,
     Giù nel gran lago se profonda armato.

62 Da l’alta ripa con molta roina
     Caderno insieme per quella acqua scura.
     Quivi più non aspetta Falerina,
     Ma via fuggendo su per la pianura
     Giva tremando come una tapina,
     Guardando spesso adietro con paura,
     E ciò che sente e vede di lontano,
     Sempre alle spalle aver crede Aridano.

7. P. menò. - 13. P. Mirando. — 22. MI. e P. porta. — 26. T., MI. e Mr. ( ademn.