59 Così cantava de intorno girando
La bella fata a quella fresca fonte,
Ma come gionto vidde il conte Orlando,
Subitamente rivoltò la fronte.
Il prato e la fontana abandonando,
Prese il vïaggio suo verso de un monte,
Qual chiudea la valletta piccolina;
Quivi fuggendo Morgana camina.
60 Oltra quel monte Orlando la seguia,
Chè al tutto di pigliarla è destinato,
Ed essendoli dietro tutta via,
Se avidde in un deserto essere entrato,
Che strata non fu mai cotanto ria,
Però che era sassosa in ogni lato;
Ora alta, or bassa è nelle sue confine,
Piena de bronchi e de malvaggie spine.
61 Del rio vïaggio Orlando non se cura,
Chè la fatica è pasto a l’animoso.
Ora ecco alle sue spalle il cel se oscura,
E levasi un gran vento furïoso;
Pioggia mischiata di grandine dura
Batte per tutto il campo doloroso;
Perito è il sole e non si vede il giorno,
Se il ciel non s’apre fulgorando intorno.
62 Tuoni e saette e fùlgori e baleni
E nebbia e pioggia e vento con tempesta
Aveano il cielo e i piani e i monti pieni:
Sempre cresce il furore e mai non resta.
Quivi la serpe e tutti i suoi veleni
Son dal mal tempo occisi alla foresta,
Volpe e colombi ed ogni altro animale:
Contra a fortuna alcun schermo non vale.