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148 orlando innamorato [St. 59-62]

59 Così cantava de intorno girando
     La bella fata a quella fresca fonte,
     Ma come gionto vidde il conte Orlando,
     Subitamente rivoltò la fronte.
     Il prato e la fontana abandonando,
     Prese il vïaggio suo verso de un monte,
     Qual chiudea la valletta piccolina;
     Quivi fuggendo Morgana camina.

60 Oltra quel monte Orlando la seguia,
     Chè al tutto di pigliarla è destinato,
     Ed essendoli dietro tutta via,
     Se avidde in un deserto essere entrato,
     Che strata non fu mai cotanto ria,
     Però che era sassosa in ogni lato;
     Ora alta, or bassa è nelle sue confine,
     Piena de bronchi e de malvaggie spine.

61 Del rio vïaggio Orlando non se cura,
     Chè la fatica è pasto a l’animoso.
     Ora ecco alle sue spalle il cel se oscura,
     E levasi un gran vento furïoso;
     Pioggia mischiata di grandine dura
     Batte per tutto il campo doloroso;
     Perito è il sole e non si vede il giorno,
     Se il ciel non s’apre fulgorando intorno.

62 Tuoni e saette e fùlgori e baleni
     E nebbia e pioggia e vento con tempesta
     Aveano il cielo e i piani e i monti pieni:
     Sempre cresce il furore e mai non resta.
     Quivi la serpe e tutti i suoi veleni
     Son dal mal tempo occisi alla foresta,
     Volpe e colombi ed ogni altro animale:
     Contra a fortuna alcun schermo non vale.