Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/199

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[St. 27-30] libro ii. canto xi 189

27 Ed è ferito ancora in molte parte,
     Ma più disconciamente nel costato,
     Onde malvaggio torna alle sue arte
     Per tramutarse, come era adusato;
     L’arme, che intorno avea tagliate e sparte,
     Gettarno foco e fiamma in ogni lato,
     Facendo sopra loro un fumo scuro;
     Tremò la terra in cerco e tutto il muro.

28 Lui si fece demonio a poco a poco:
     Come un biscione avea la pelle atorno,
     Da nove parte fuor gettava il foco,
     E sopra ad ogni orecchia avea un gran corno;
     Tutte le membre avea nel primo loco,
     Ma sfigurato dalla notte al giorno,
     Perchè ha la faccia orrenda e tanto scura,
     Che puotea porre a ciascadun paura.

29 E l’ale grande avea di pipastrello,
     E le mane agriffate come uncino,
     Li piedi d’oca e le gambe de ocello,
     La coda lunga come un babuïno.
     Un gran forcato prese in mano il fello,
     Con esso vien adosso al paladino,
     Soffiando il foco e degrignando e denti,
     Con cridi ed urli pien d’alti spaventi.

30 Fecesi il conte il segno della croce,
     Poi sorridendo disse: - Io me credetti
     Già più brutto il demonio e più feroce.
     Via nell’inferno va, tra’ maledetti,
     Là dove è il fuoco eterno che vi coce;
     E certo io provarò, se tu me aspetti
     Alla battaglia, come sei gagliardo,
     O vogli esser demonio, o Balisardo. -

17. MI. papattrello ; P. pipittrello. — IO. P. /> piante.