Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/207

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1 Stella de amor, che ’l terzo cel governi,
     E tu, quinto splendor sì rubicondo,
     Che, girando in duo anni e cerchi eterni,
     De ogni pigrizia fai digiuno il mondo,
     Venga da’ corpi vostri alti e superni
     Grazia e virtute al mio cantar iocondo,
     Sì che lo influsso vostro ora mi vaglia,
     Poi ch’io canto de amor e di battaglia.

2 L’uno e l’altro esercizio è giovenile,
     Nemico di riposo, atto allo affanno;
     L’un e l’altro è mestier de omo gentile,
     Qual non rifuti la fatica, o il danno;
     E questo e quel fa l’animo virile,
     A benchè al dì de ancòi, se io non m’inganno,
     Per verità de l’arme dir vi posso
     Che meglio è il ragionar che averle in dosso,

12. P. la fatica non rifluii. — 18. T. E questo e quel che fa Palmo; Mr. E quetto e quel che fa l'animo; P. E questo » quel che fa l'almo. — U. Mr. enchoi.