Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/221

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[St. 55-58] libro ii. canto xii 211

55 Il re, pur dubitando esser schernito,
     Cominciò Brandimarte a riguardare,
     Il quale, in viso tutto sbigotito,
     Lo fece maggiormente dubitare.
     Il cavallier, condutto a tal partito
     Che non potea la cosa più negare,
     Confessa per se stesso aver ciò fatto,
     Acciò che Orlando sia da morte tratto.

56 Il re di doglia si straziava il manto
     E via pelava sua barba canuta,
     Per il suo figlio ch’egli amava tanto;
     De averlo è la speranza ormai perduta.
     Ne la cità non se ode altro che pianto,
     E la allegrezza in gran dolor se muta;
     Crida ciascun, come di senno privo,
     Che Brandimarte sia squartato vivo.

57 Fu preso a furia e posto entro una torre,
     Da piedi al capo tutto incatenato;
     In quella non se suole alcun mai porre
     Che sia per vivo al mondo reputato.
     Se Dio per sua pietate non soccorre,
     A morir Brandimarte è iudicato.
     Astolfo, quando intese il conveniente
     Come era stato, assai ne fu dolente.

58 E volentier gli avria donato aiuto
     De fatti e de parole a suo potere,
     Ma quel soccorso tardo era venuto,
     Sì come fa chi zanza oltra al dovere.
     Quel gentil cavalliero ora è perduto
     Per sue parole e suo poco sapere;
     Or qui la istoria de costor vi lasso,
     E torno al conte, ch’è gionto a quel passo:

l P. Il He, Umendo pur. — 18. P. a capo. — 81. MI. e P. Or qui la ist. Mr. li tttnrin de cor-, T. Hora la iatorin ijiii de, cor.