Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/239

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[St. 63-66] libro ii. canto xiii 229

63 Non vi passò Ranaldo, nè Dudone,
     Chè ognom di loro avea de ciò sospetto,
     E ben chiamarno il figlio del re Otone,
     Ma lui pur passò oltra a lor dispetto.
     Ben se ’l tenne la fata aver pregione
     E poterlo godere a suo diletto:
     Come salito sopra al pesce il vide,
     Dietro li salta e de allegrezza ride.

64 E la balena se mosse de fatto,
     Sì come Alcina per arte comanda.
     Non sa che farsi Astolfo a questo tratto,
     Quando scostar se vidde in quella banda;
     Lui ben se pone al tutto per disfatto,
     E sol con preghi a Dio si racomanda,
     E non vede la fata nè altra cosa,
     Benchè li presso a lui si era nascosa.

65 Ranaldo, poi che il vidde via portare
     In quella forma, fu bene adirato;
     Pur se destina in tutto de aiutare,
     Benchè contra sua voglia ivi era andato:
     Sopra Baiardo se caccia nel mare
     Dietro al gran pesce, come disperato.
     Quando Dudone il vidde in quella traccia,
     Urta il destriero, e dietro a lui se caccia.

66 Quella balena andava lenta lenta,
     Chè molto è grande e de natura grave;
     De giongerla Ranaldo se argumenta,
     Natando il suo destrier come una nave.
     Ma io già, bei segnor, la voce ho spenta,
     Nè ormai risponde al mio canto suave,
     Onde convien far ponto in questo loco.
     Poi cantarò, ch’io sia posato un poco.



 

8. Mr. de re. — '>. MI. e P. tiene ; Mr. tene. — li. MI. e Mr. «or»- comanda. — 16. P. lui foue. — 18. P. guisa. — 81. MI. conterò.