Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/266

Da Wikisource.
256 orlando innamorato [St. 31-34]

31 Così parlando andava il re pagano,
     E non sapendo a ponto quel vïaggio,
     Nel far del giorno gionse in un bel piano
     Là dove un cavallier veniva adaggio;
     E Rodamonte con parlare umano
     Dimandò al cavalliero in suo lenguaggio
     Quanto indi fusse alla selva de Ardena,
     Se lo sapesse, e qual strata vi mena.

32 Rispose prestamente il cavalliero:
     - Nulla te so contar di quel camino,
     Perchè io, sì come tu, son forastiero,
     E vo piangendo, misero e tapino,
     Non riguardando strata nè sentiero,
     Ma dove mi conduce il mio destino,
     A strugimento, a morte, a ogni dolore,
     Poi che se piace al deslïale amore. -

33 Perchè sappiati il fatto ben compiuto,
     Quel cavallier che fa tal lamentanza
     Dolendosi de amore, è Feraguto,
     Che fu al suo tempo un raggio di possanza;
     Ed ora travestito era venuto
     Nascosamente nel regno di Franza,
     Sol per saper, quella anima affocata,
     Se giamai fusse Angelica tornata.

34 Egli anco amava quella damigella,
     Come potesti odir primeramente,
     E non potendo aver di lei novella,
     Benchè ne dimandasse ad ogni gente,
     Or per questa ventura ed or per quella
     Se consumava dolorosamente,
     E giorno e notte non avia mai bene,
     Sempre languendo e sospirando in pene.