Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/302

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292 orlando innamorato [St. 43-46]

43 Il peregrin, mostrandosi tapino,
     Dicea: - Baron, per Dio! lasciami andare,
     Ch’io aggio un voto al tempio de Apollino,
     Il quale è in Sericana a lato al mare.
     Se un altro ponte qua fosse vicino,
     Ove questa acqua si possa vargare,
     E me lo mostri, io te ringrazio e lodo;
     Se non, qua passar voglio ad ogni modo. -

44 - Come "a ogni modo", schiuma di cucina! -
     Rispose il cavallier forte adirato,
     E verso lui se mosse con ruina,
     Per averlo del ponte trabuccato;
     Ma il peregrin, gettando la schiavina,
     Di sotto si scoperse tutto armato;
     Lasciando andare a terra il suo bordone,
     Trasse con furia un brando dal gallone.

45 E’ non se vidde mai livrer nè pardo,
     Il qual levasse sì legiero il salto,
     Come faceva il peregrin gagliardo,
     E quanto il cavallier sempre è tanto alto.
     Nè questo a quello avea ponto riguardo,
     Ma con feroce e dispietato assalto
     L’un l’altro avea ferito in parte assai,
     E pur van drieto e non s’arrestan mai.

46 Il cavallier smontato era de arcione,
     Temendo che il destrier gli fosse occiso,
     E, se non fosse sì forte barone,
     Dal peregrin serìa stato conquiso.
     Ciò riguardando il figlio di Melone
     E Brandimarte, fo ben loro aviso
     Non aver visti al mondo duo guerrieri
     Che sian de questi più gagliardi e fieri.