[St. 27-30] |
libro ii. canto xxi |
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Il vecchio poi, veggendo la ferita,
Che non era mortal, per quel che io sento,
Poi che la pelle insieme ebbe cusita,1
La medica con erbe e con unguento.
Ora Brunello avea la cosa udita,
Sì come era passato il torniamento,
E prestamente immaginò nel core
De aver di quello il trïonfale onore.
Subitamente prese la armatura
Che avea portata il giovane Rugiero.
Benchè sia sanguinosa, non se cura,
Salta sopra Frontino, il bon destriero,
E via correndo giù per la pianura
Gionse che ancor ogniom era al torniero;
Ma, come gli altri il viddero arivare,
Fugge ciascuno e nol vole aspettare.
Et Agramante, il quale era turbato
Per la caduta, come io vi contai,
Avendo il brando suo riposto a lato,
Dicea: Per questo giorno è fatto assai,
Se pur Rugier se fosse ritrovato;
Ma ben credo io che non si trovi mai.
E fatto ritrovare il re Brunello,
A sè lo dimandò con tale appello:
Io credo per mostrar tua vigoria
Che oggi dicesti colui ritrovare,
Il qual non credo ormai che al mondo sia,
Se non è sopra al celo o sotto al mare;
E ben te giuro per la fede mia,
Che io te ho veduto in tal modo provare
Che, avendo gli altri tutti il mio pensiero,
Non se andrebbe cercando altro Rugiero.