Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/373

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[St. 59-62] libro ii. canto xxi 363

59 E se l’altro filiol de Amfitrïone,
     Qual là si mostra in abito ducale,
     Avesse a prender stato opinïone,
     Come egli ha a seguir bene e fuggir male,
     Tutti li occei, non dico le persone,
     Per obedirlo avriano aperte l’ale.
     Ma che voglio io guardar più oltra avante?
     Tu la Africa destruggi, o re Agramante,

60 Poi che oltra mar tu porti la semente
     De ogni virtù che nosco dimorava;
     De qui nascerà il fior de l’altra gente,
     E quel, qual sopra a tutto il cor mi grava,
     Che esser conviene, e non serà altramente! -
     Così piangendo il vecchio ragionava;
     Il re Agramante al suo dir bene attende,
     Ma di tal cosa poco o nulla intende.

61 Anci rispose, come ebbe finito,
     Quasi ridendo: - Io credo che lo amore,
     Il qual tu porti a quel viso fiorito,
     Te faccia indovinar sol per dolore.
     Ma a questa cosa pigliarem partito,
     Chè tu potrai venir con seco ancore,
     Anci verrai: or lascia questo pianto. -
     Addio, segnor, chè qua finito è il canto.

 
[Libro tercio de Orlando Inamorato ove sono descrite le maravigliose aventure e le grandissime bataglie e mirabile morte del paladino Rugiero e come la nobeltade e la cortesia ritornarno in Italia dopo la edificazione de Moncelice.]