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[St. 19-22] | libro ii. canto xxii | 369 |
19 Bucifaro il suo re fu nominato,
Qual di prodezza è tra’ baroni il terzo.
Il re di Normandia gli viene a lato,
Forte ed ardito, e nome ha Baliverzo;
Ma il popol che ha condotto è sciagurato,
Qual sordo, quale è zoppo e quale è guerzo:
Gente non fu giamai cotanto istrana;
Poi vien Brunello, il re de Tingitana.
20 Più sozza fronte mai non fie’ natura,
E ben li ha posti del mondo in confino,
Chè a l’altra gente potria far paura,
Che se scontrasse avante al matutino.
Nè già il suo re gli avanza di figura,
Negretto come loro e piccolino;
Più volte vi narrai come era fatto,
Però lo lascio e più de lui non tratto.
21 E torno ver ponente alla marina,
Ove è il paese più domesticato,
Benchè la gente è negra e piccolina,
Nè trovaresti tra mille uno armato.
Di là vien Farurante di Maurina;
Feroce è lui, ma male accompagnato.
Ora nel nostro mar mi volto adesso:
Il re di Tremison gli viene apresso
22 (Alzirdo ha nome, e la sua schiera è armata
Di lancie e scudi, e de archi e de saette),
E Marbalusto, la anima dannata,
Che seco ha tante gente maledette,
E per menarle meglio alla spiegata
La Francia tutta in preda gli promette,
Onde quei pacci volentier vi vano;
Costui de cui ragiono, è re d’Orano.
4. MI. Bellerto; Mr. e P. Baliverzo. — 21. P. Vie» F. re di. — 24. T. e MI. Ti-imùon; T. vtunf, MI. e Mr. ritnne. — 31. Mr. in catto- T. ri vanno: P. lì catto.
Boiardo. Orlnniìo innamorato. Voi. If. "H