Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/421

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[St. 43-46] libro ii. canto xxiv 411

43 Ciascun di loro in su la briglia sta,
     Già non temendo che altri se gli appressi;
     Or l’uno e l’altro a furia se ne va
     Ove e nimici son più folti e spessi.
     E’ si suol dir che Dio gli uomini fa,
     Poi se trovano insieme per se stessi,
     Sì come Carlo al re Marsilïone
     Trovosse, e Feraguto al fio de Amone.

44 Oh colpi orrendi! oh battaglia infinita!
     Che chi l’avesse con gli occhi veduta,
     Credo che l’alma tutta sbigotita
     Per tema avria cridato: "Aiuta! aiuta!’
     E, poi che fosse for del corpo uscita,
     Mai non serebbe in quel loco venuta,
     Per non vedere in viso e due guerrieri
     De ira infiamati e de arroganza fieri.

45 Or de Marsilio e de lo imperatore
     Vi lasciarò, ch’io non ne fo gran stima,
     E contarò la forza e il gran valore
     De gli altri duo, che son de ardire in cima.
     A cominciarla mi spaventa il core:
     Che debbo io dire al fin? che dirò in prima?
     Duo fior di gagliardia, duo cor di foco
     Sono a battaglia insieme a questo loco.

46 E cominciarno con tanta ruina
     L’aspra baruffa e con tanto fraccasso,
     Che già non sembra che da la mattina
     Sian stati in arme al sol che era già basso.
     Ciascun stare al suo loco se destina,
     Nè se tirâr dal campo a dietro un passo,
     Menando colpi di tanto furore
     Che a’ riguardanti fa tremare il core.