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424 orlando innamorato [St. 27-30]

27 Ora il gigante stava in gran travaglia
     Con quel serpente, come io vi contai,
     Ma sempre a un modo dura la battaglia:
     Quel per la coda nol lascia giamai.
     Benchè il serpente, che de oro ha la scaglia,
     Piegasse a lui la testa volte assai,
     Mai nol puote azaffare o darli pena,
     Chè per la coda sempre intorno il mena.

28 Mentre il gigante quel serpente agira
     Brandimarte alla porta ebbe veduto,
     Onde, soffiando di disdegno e de ira,
     Correndo verso lui ne fo venuto,
     E detro a sè il dragon per terra tira.
     Or doni il celo a Brandimarte aiuto,
     Chè questo è il più stupendo e grande incanto
     Che abbia la terra e il mondo tutto quanto.

29 Come è gionto, il gigante alcia il serpente,
     Con quello a Brandimarte mena adosso.
     Non ebbe mai tal doglia al suo vivente,
     Perchè quel drago è lunghissimo e grosso;
     Pur non se sbigotisce de nïente,
     Ma quel gigante ha del brando percosso
     Sopra a una spalla, e giù calla nel fianco:
     Lunga è la piaga un braccio, o poco manco.

30 Crida il gigante e pur alcia il dragone,
     E gionse Brandimarte ne la testa,
     E tramortito lo trasse de arcione,
     E, il serpente menando, non se arresta;
     Anci gionse a Batoldo, il bon ronzone,
     E disteselo a terra con tempesta.
     Rivene il cavalliero, e in molta fretta
     È destinato a far la sua vendetta.

5. P. che. ha d' oro. — 7. P. potè. — 13. MI. e Mr. destro; P. dietro. — 17. MI. e Mr. Cossi-, P. Così yiunto. — 26. T. gionse a. — 28. P. Xh — 31. P. Jiivenne.