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88 | orlando innamorato | [St. 27-30] |
27 Agramante mandò questo Brunello,
Perchè davanti a lui se era avantato
Venire ad Albracà dentro al castello,
Ove è la dama dal viso rosato,
E tuore a lei di dito quello annello,
Quale era per tale arte fabricato,
Che ciascaduno incanto a sua presenza
Perdea la possa con la appariscenza.
28 Fatto era questo per trovar Rugiero,
Che era nascoso al monte di Carena,
E però questo ladro tanto fiero
Vien con tal fretta e tal tempesta mena.
Sopra a quel sasso n’andava legiero,
Che non vi avria salito un ragno a pena,
Però che quel castello in ogni lato
A piombo, come muro, era tagliato.
29 E sol da un canto vi era la salita,
Tutta tagliata a botta di piccone,
E sol da questa è la intrata e la uscita,
Dove alla guarda stan molte persone;
Ma verso il fiume è la pietra polita,
Nè di guardarvi fasse menzïone,
Però che con ingegno nè con scale,
Nè se vi può salir, se non con l’ale.
30 Brunello è d’araparsi sì maestro,
Che su ne andava come per un laccio;
Tutta quella alta ripa destro destro
Montava, e gionse al muro in poco spaccio.
A quello ancor se attacca il mal cavestro,
Menando ambi dui piedi e ciascun braccio
Come egli andasse per una acqua a nôto,
Nè fu bisogno al suo periglio un voto;
13. MI., T. e P. omm. a. — 25. P. d' arrapparai. — 31. MI. e Mr. nmbi dui; P. ambedu' i.