Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/127

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[St. 11-14] libro iii. canto viii 117

11 Lo esercito pagano è già vicino,
     Che intorno se distende a schiera a schiera:
     Alla porta San Celso è il re Sobrino
     Con Bucifar, il re de la Algazera;
     E Baliverzo, il falso saracino,
     Là dove entra di Senna la riviera
     Se sforza entrar con sua gente perversa;
     E seco è il re de Arzila e quel de Fersa.

12 A San Dionigi il re di Nasamona
     Col re de la Zumara era accostato:
     E il re di Cetta e quel di Tremisona
     Combatteno alla porta del mercato;
     L’aria fremisce e la terra risona,
     Chè la battaglia è intorno ad ogni lato,
     E foco e ferri e pietre con gran fretta
     Da l’una parte a l’altra se saetta.

13 Non sorse più giamai furor cotale
     Tra Cristïani e gente saracina:
     Ciascun tanto più fa quanto più vale.
     Giù vengon travi e solforo e calcina,
     E se sentiva un fraccassar di scale,
     Un suon de arme spezzate, una roina,
     E fumo e polve, e tenebroso velo,
     Come caduto il sol fosse dal celo.

14 Ma non per tanto par che satisfaccia
     La gran diffesa contra a quei felloni.
     Come la mosca torna a chi la scaccia,
     O la vespe aticciata, o i calavroni:
     Cotal parea la maledetta raccia,
     Da’ merli trabuccata e da’ torroni,
     Che dirupando al fondo giù ne viene;
     Già son de morti quelle fosse piene.

7. Mr. Se ^forciu •. P. Si sforza. — 13. T. freiiisce; Mr. fremisse. 20. Mr. Già. — 29. Mr. e P. traccia.