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Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/169

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prefazione xvii


rappresentato da Ml, ora con T, e viceversa l’accordo di T ora con Ml, ora con Mr, sì riguardo agli errori e sì riguardo alle varianti. Di qui anche la maggiore uniformità di T con Mr che con Ml1.

Resta a vedere se Y fu esemplato su X, ovvero su Ml, in altre parole su un testo stampato o sopra uno manoscritto. Qui necessariamente si va innanzi un un po’ a tentoni, colla speranza, non colla certezza di intoppare la via diritta.

La natura degli errori rilevati non è tale che essi possano attribuirsi ad uno stampatore piuttosto che ad uno il quale scriva 2; onde niuna luce viene da essi. Osserverò piuttosto essere strano che il Boiardo si facesse a correggere un testo stampato, la cui ortografia doveva parergli così diversa da quella ch’egli soleva seguire ne’ suoi scritti, e del quale avrebbe quindi dovuto mutare grandissimo numero di parole. Io credo più probabile che egli correggesse un testo

  1. Anticiperò qui in nota una riprova non priva di valore, della verità della mia ipotesi. Il codice, al v. 1, ott. 48, e, VII del terzo libro sotto il testo della solita mano lascia scorgere chiare tracce di una cancellatura. Or bene: proprio questo verso presenta in Mr e P delle varianti. Non pare evidente che il copista aveva dapprima letto male, o meglio, non aveva tenuto conto della correzione?
  2. Per non avere scrupoli di sorta, ho esaminato alcune stampe di Piero de Piasi (l’editore del 1486) eseguite circa questo tempo, a fine di vedere se ne potevo trar qualche lume intorno alla questione che ho tra mano. Ora in esse non ho trovato errori del genere di quelli rilevati a pag. 10 e seguenti, ma le solite inesattezze grafiche: il che avvalorerebbe l’ipotesi che tali errori sieno da imputare al manoscritto (autografo od apografo) di cui si servi lo stampatore.