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22 orlando innamorato [St. 7-10]

7 L’acquila prima avea bianche le piume,
     Chè candida dal celo era mandata;
     Ma poi che Troia fie’ de pianti un fiume,
     Ne la crudele e misera giornata
     Quando fu morto Ettorre, il suo gran lume,
     La lieta insegna allor fu tramutata:
     Per somigliarse a sua scura fortuna,
     L’acquila bianca travestirno a bruna.

8 Benchè el scudo d’Ettòr, che io vi ho contato,
     Quale era posto in mezo alla gran corte,
     Non era in parte alcuna tramutato;
     Ma tal quale il portava il baron forte,
     Ad un pilastro d’oro era chiavato,
     Ed avea scritto sopra in lettre scorte:
     ’ Se un altro Ettòr non sei, non mi toccare:
     Chi me portò, non ebbe al mondo pare.’

9 Di quel color che mostra il cel sereno
     Avea il scudo, ch’io dico, appariscenzia.
     La dama dismontò del palafreno
     E fece in su la terra riverenzia,
     E Mandricardo fece più nè meno;
     Poi passò dentro senza resistenzia.
     Essendo gionto in mezo a quel bel loco,
     Trasse la spada e toccò el scudo un poco.

10 Come fu tocco il scudo con la spada,
     Tremò de intorno tutto il territoro,
     Con tal romor che par che il mondo cada;
     Indi se aperse il campo del tesoro.
     Questo era un campo folto de una biada
     Che avea tutte le paglie e spiche de oro:
     Quel campo se mostrò senza dimora
     Per una porta che se aperse alora.

23. P. F aendo.