Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/39

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[St. 35-38] libro iii. canto ii 29

35 Nel mezo a ricco seggio era la fata,
     Che a sè davante Mandricardo chiede,
     E disse: - Cavallier, questa giornata
     Tal tesoro hai, che il simil non si vede.
     Or se conviene agiongervi la spata,
     E ciò mi giurarai su la tua fede:
     Che Durindana, lo incantato brando,
     Torai per forza de arme al conte Orlando.

36 E sin che tale impresa non sia vinta,
     Giamai non posarà la tua persona,
     Nulla altra spada portarai più cinta,
     Nè adornarai tua testa di corona;
     L’aquila bianca a quel scudo dipinta,
     Nulla alta enchiesta mai non la abandona,
     Chè quella arma gentile e quella insegna
     Sopra ad ogni altra de trïomfi è degna. -

37 Re Mandricardo allor con riverenzia,
     Sì come piace a quella fata, giura;
     E l’altre dame ne la sua presenzia
     Tutte il guarnirno a ponto de armatura.
     Come fu armato, allor prese licenzia,
     Avendo tratta a fin l’alta aventura,
     Per la qual più baron de summo ardire
     Eron là presi, e non potean partire.

38 Ora uscirno le gente tutte quante,
     Che gran cavalleria vi era pregione:
     Isolieri il spagnolo e Sacripante,
     Il re Gradasso e il giovane Grifone,
     E sieco uscitte il fratello Acquilante.
     Gente di pregio e di condizïone
     Vi erano assai, e nomi de alta gloria,
     Che non accade a dire in questa istoria.

2. T. siede. — 5. Mr. e P. Or te conviene. — 8. Mr. Torci. — 14. Mr, e T- enckesta, — 24. Mr, e P. Eran. — gfi. P. era in,