Pagina:Boiardo - Orlando innamorato III.djvu/44

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34 orlando innamorato [St. 55-58]

55 E l’uno e l’altro a bon gioco lavora,
     Benchè disavantagio ha quel pagano,
     Chè il gagliardo Aquilante in poco de ora
     L’arme gli ha rotte e poste tutte al piano;
     Essendo destinato pur che ei mora,
     Abandona un gran colpo ad ambe mano
     Sopra le spalle, alla cima del petto,
     E il collo e il capo via tagliò di netto.

56 Ora ascoltati che stupendo caso:
     La persona incantata e maledetta,
     Colui, dico, che in sella era rimaso,
     Par che la mazza a lato se rimetta,
     E prende la sua testa per il naso,
     E nel suo loco quella se rassetta;
     Indi sua mazza ha presto in man ritolta,
     E torna alla battaglia un’altra volta.

57 La bianca dama cominciava a ridere,
     E disse ad Aquilante: - Bello amico,
     Lascia costui, chè non lo puoi conquidere,
     E credi a me che vero è quel ch’io dico:
     Se in mille parte l’avesti a dividere,
     E più minuto il tagli che il panìco,
     Non lo potrai veder del spirto privo:
     Spezato tutto, sempre sarà vivo. -

58 Disse Aquilante: - E’ non fia mai sentito
     Questo nel mondo o tal vergogna intesa,
     Che ogni mio assalto non abbi finito,
     Se ben me consumassi in fiama accesa;
     E benchè a questo non veda partito,
     Sino alla morte seguirò la impresa.
     Fia de mia vita poi quel che a Dio piace,
     Ma con costui non vo’ tregua ni pace. -

2. T. disaventng/o. — 20. P. è. vero. — 24. P, omm. ?. — 25. P. no» s' - 31. Mr. e P. Sia.