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orlando innamorato |
[St. 55-58] |
E l’uno e l’altro a bon gioco lavora,
Benchè disavantagio ha quel pagano,1
Chè il gagliardo Aquilante in poco de ora
L’arme gli ha rotte e poste tutte al piano;
Essendo destinato pur che ei mora,
Abandona un gran colpo ad ambe mano
Sopra le spalle, alla cima del petto,
E il collo e il capo via tagliò di netto.
Ora ascoltati che stupendo caso:
La persona incantata e maledetta,
Colui, dico, che in sella era rimaso,
Par che la mazza a lato se rimetta,
E prende la sua testa per il naso,
E nel suo loco quella se rassetta;
Indi sua mazza ha presto in man ritolta,
E torna alla battaglia un’altra volta.
La bianca dama cominciava a ridere,
E disse ad Aquilante: Bello amico,
Lascia costui, chè non lo puoi conquidere,
E credi a me che vero è quel ch’io dico:2
Se in mille parte l’avesti a dividere,
E più minuto il tagli che il panìco,
Non lo potrai veder del spirto privo:
Spezato tutto, sempre sarà vivo.3
Disse Aquilante: E’ non fia mai sentito4
Questo nel mondo o tal vergogna intesa,
Che ogni mio assalto non abbi finito,
Se ben me consumassi in fiama accesa;
E, benchè a questo non veda partito,
Sino alla morte seguirò la impresa.
Fia de mia vita poi quel che a Dio piace,5
Ma con costui non vo’ tregua, ni pace.
- ↑ T. disaventagio.
- ↑ P. è vero.
- ↑ P. omm. è.
- ↑ P. non s’
- ↑ Mr. e P. Sia.