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46 orlando innamorato [St. 39-42]

39 Quanto una gamba ha grosso ciascun dito
     E negre l’ungie e piene di sozzura.
     Ora Gradasso già non è smarito
     Per tanto istrana ed orrida figura.
     Col brando in mano adosso a quello è gito,
     Ma l’orco del suo brando ha poca cura,
     Nel scudo il prende e via strappò del braccio,
     E quel stringendo franse come un giaccio.

40 Se così preso avesse nella testa,
     L’elmo avria rotto e trito come cenere,
     Serìa compita ad un tratto la festa.
     Come se schiazzan le nociole tenere,
     Come se fiacca un ziglio alla tempesta,
     O vero un fongo che al fango se genere,
     Sì sciolto il capo avria, senza dissolvere
     Le fibbie a l’elmo, e fatto tutto in polvere.

41 Ma lui non vede ove ponga la mano,
     Per questo a caso l’ha nel scudo preso;
     E dette un scosso sì crudo e villano,
     Che a terra il re Gradasso andò disteso.
     L’orco il prese a traverso a mano a mano,
     Alla spelonca lo portò di peso;
     Ben se dibatte invano e se dimena,
     Pur l’orco il lega e pone alla catena.

42 Come legato l’ebbe, incontinente
     Fuor de la tana di novo è venuto;
     E Mandricardo si stava dolente,
     Chè il suo caro compagno avia perduto.
     Non avea brando il cavallier valente,
     Però che aveva in sacramento avuto
     Mai non portare alla sua vita brando,
     Se non acquista quel del conte Orlando.