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voro1; a me non s’addice di cingerla, perché son serva ed essa ha un’impronta regale».

3. E Anna disse: «Allontanati da me; io non fo2 di queste cose; e il Signore m’ha umiliata assai! Un tristo forse te l’ha data, e tu sei venuta a farmi partecipare al tuo peccato». E disse Giuditta: «Che imprecazione potrò mai mandarti, poiché il Signore ha chiuso il tuo seno (1 Reg., 1, 6), che non ti dia frutto in Israele?»3.

4. E Anna s’afflisse forte. E si spogliò delle sue vesti di lutto e si lavò il capo e indossò le sue vesti di sposa4, e verso l’ora nona5 scese in giardino per passeggiare. E vide un alloro, e si sedette appiè di quello e supplicò il Signore6, dicendo: «O Dio de’ nostri padri, benedicimi e ascolta la mia preghiera, come benedicesti il seno di Sara e le desti un figliuolo, Isacco»7.

III.

1. E guardando fisso nel cielo, vede un nido di passeri nell’alloro, e intonò un lamento tra sé, dicendo:

«Ohimè! chi mi generò?

E qual grembo mi partorì?

Ché son diventata una maledizione8al cospetto de’ figli d’Israele,

  1. Una padrona, sembra, al cui servizio era stata Giuditta, prima d’andar con Anna.
  2. Οὐκ ἐποίησα: probabilmente un aoristo gnomico (d’uso assai raro nella grecità posteriore). Ma potrebbe anche intendersi: «Non ho mai fatto».
  3. Tale obbrobrio era la sterilità, specialmente per la donna (cfr. Gen., 30, 23 καὶ συλλαβοῦσα ἔτεκε τῷ Ἰακὼβ υἱόν. Εἶπε δὲ ῾Ραχήλ· ἀφεῖλεν ὁ θεός μου τ῀ο ὄνειδος), che Giuditta non sa immaginare un’imprecazione più forte.
  4. Cfr. Judith, 10, 3. S’afflisse delle insultanti parole di Giuditta ma riconobbe tuttavia che, invitandola a smettere il lutto nel «gran giorno del Signore», la serva aveva ragione.
  5. Circa le tre pomeridiane.
  6. In greco non si ha qui τὸν κύριον, ma τὸν δεσπότην. Per conservare in qualche modo la diversità de’ due sinonimi anche nella traduzione, i più sogliono, qui e altrove, rendere ὁ δεσπότης per «l’Onnipotente». Ma «l’Onnipotente» risponde propriamente al greco ὁ παντοκράτωρ. Sicché per evitar Scilla si dà in Cariddi.
  7. Cfr. Gen., 21, 1-3.
  8. Cioè, un oggetto di maledizione, una maledetta. Cfr. Gal., 3, 13. γενόμενος ὑπὲρ ἡμῶν κατάρα (= LXX Deut., 21, 23, ἐπικατάρατος).