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partorì. E disse alla levatrice: «Che ho partorito?». E quella disse:
«Una bimba». E disse Anna: «E stata magnificata l’anima mia in questo giorno»1. E pose a giacere la bambina. Compiuti poi che furono i giorni2, Anna si purificò, e diede la poppa alla bambina, e le pose nome Maria3.
VI.
1. Di giorno in giorno la bambina si fortificava. E quando raggiunse i sei mesi, la sua mamma la pose a terra, per tentare se stava ritta. E quella fatti sette passi tornò in grembo a lei. E (la mamma) la prese, dicendo: «Com’è vero che vive il Signore mio Dio, non camminerai su questa terra, finché non ti condurrò nel tempio del Signore».
E fece un santuario nella camera di lei, e nulla di profano4 e d’impuro non lasciava passar per le sue mani5. E chiamò le figlie degli Ebrei, ch’eran senza macchia, e la trastullavano6.
2. Quando la bambina ebbe un anno, Gioacchino fece un gran convito (Gen., 21, 8)7, e invitò i sacerdoti e gli scribi e il consiglio degli Anziani e tutto il popolo d’Israele. E presentò Gioacchino la bambina ai sacerdoti e la benedissero dicendo: «Dio de’ padri nostri, benedici questa Figliuola e dàlle un nome rinomato in eterno in tutte le generazioni» (Lc., 1, 48). E disse tutto il popolo: «Così sia, così sia, amen». E la presentò, ai sommi sacerdoti, e la benedissero
- ↑ Cfr. Lc. 1, 46. In altri codici la dipendenza è più accentuata: ἐμεγάλυνεν (μεγαλύνει) ἡ ψυχή μου τὸν κύριον, ovvero ἐμεγάλυνεν κύριος τὴν ψυχήν μου.
- ↑ Passati cioè i giorni della sua impurità legale ch’erano sette per la nascita d’un maschio, quattordici per quella d’una bambina. Cfr. Lev. XII, 2, 5.
- ↑ Nel De Nativitate c. 5, il nome di Maria fu imposto alla bimba iuxta mandatum angelicum.
- ↑ Πᾶν κοινόν, è asserzione, in questo senso, propria dell’uso biblico.
- ↑ E quindi per la sua bocca. Il greco genericamente: δι᾽ αὐτῆς.
- ↑ Διεπλάνων, come si legge nei migliori manoscritti, non vale qui seducebant (Postel), ma, ovvero «portavan qua e là», ovvero, ch’è più probabile, divertivano» significato che non ha in greco esempi più antichi ma ch’è illustrato appunto dal nostro «divertire» (lat. divertere, devertere). Ond’è inutile la congettura del Fabricius διέπλυνον = «lavavano». Un cod. parigino ha Sunxóvouv che, secondo il Thilo, «aptissimum fundit sensum non diversum ab eo quem Fabricius coniectura sua loco voluit restitui».
- ↑ Una festa per celebrare l’anniversario della nascita era sconosciuta ai Giudei. Qui prende il posto del banchetto per il divezzamento ricordato già in Gen. 21, 8 a proposito d’Isacco.