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raduna tutti i vedovi1 del popolo, e portino ciascuno una verga, e a chi (di loro) il Signore mostrerà con portento, sarà sposa di costui»2. E uscirono i banditori per tutta la regione della Giudea, ed echeggiò la tromba del Signore, e corsero tutti.

IX.

1. E Giuseppe, gettata l’ascia, uscì per raggiungerli. E riunitisi, si recarono con le verghe dal sommo sacerdote. Questi, prese le verghe di tutti, entrò nel tempio e pregò. Finita poi la preghiera, prese le verghe e uscì e le rese loro: e non apparve in quelle nessun portento. Ma l’ultima verga la prese Giuseppe, ed ecco una colomba uscì fuori della verga e volò sul capo di Giuseppe3. E disse il sacerdote a Giuseppe:

«Tu sei stato eletto a ricevere in tua custodia la vergine del Signore».

2. E s’oppose Giuseppe dicendo: «Ho figli e son vecchio4, e lei

    della leggenda di Zaccaria ne’ capi XXII-XXIV del Proto vangelo; in caso contrario, è il redattore del Protovangelo, che ha creduto bene battezzare il sommo sacerdote col nome di Zaccaria, per collegare in qualche modo la prima parte della sua compilazione con l’aggiunta finale.

  1. Di «vedovi» parla solo il Protovangelo: Ps.-Mt., VIII, «quicumque sine uxore est», Historia Joseph, c. IV, «convocaverunt duodecim senes de tribu Iuda»; De nativitate Mariae, c. VII «cunctos de domo et familia David nuptui habiles non coniugatos». Ma i due primi apocrifi (a differenza del terzo), ammettono col Protovangelo che Giuseppe fosse vedovo e avesse avuto figliuoli dal suo primo matrimonio. La stessa opinione ritroviamo, nel Vangelo di Pietro, in molti padri antichi (Clemente Alessandrino, Origene, Ilario, Epifanio, Gregorio Nisseno, Cirillo Alessandrino, Giovanni Crisostomo, Agostino, ecc.): sant’Epifanio (haer., LI, 10 e LXXVIII, 7 sg.) sa anche il numero (sei) e il nome dei figliuoli di Giuseppe. (Cfr. Historia Ioseph, II, «genuit quoque sibi filios filiasque, quattuor filios atque duas filias. Haec vero sunt eorum nomina, etc.). Si tratta, in fondo, di un tentativo infelice per spiegare la menzione di «fratelli del Signore» nel Vangelo, senza pregiudizio della verginità di Maria. La spiegazione vera, che cioè l’ἀδελφοί evangelico deve intendersi per «cugini» (cfr. già Egesippo presso Eus., h. e., II, 23, nella seconda metà del II sec.), prevalse definitivamente dopo il IV sec. per opera di San Girolamo. Cfr. A. Durand, Les frères du Seigneur, in Revue bibl., 1908, p. 9, 35, e, in senso ultraeterodosso, Zahn, Forschungen, VII, 2.
  2. Cfr. Num., c. 17.
  3. Nel De nativitate Mariae il prodigio (un po’ diverso, a cui s’aggiunge anche il fiorir della verga) è messo in relazione con la profezia d’Isaia, 11, 1 sg.: «secundum hanc ergo prophetiam.... cuiuscumque.... virgula florem germinasset et in eius cacumine spiritus domini in specie columbae consedisset, ipsum esse cui virgo commendari et desponsari deberet».
  4. Cfr. De Nativitate Mariae, VIII: Erat.... Joseph.... grandaevus Ps.