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o cattiva, era un fatto; e fu una maraviglia. Al vedere che Gesù aveva fatto tal cosa, Giuseppe levatosi su gli pigliò l’orecchio e glielo tirò forte1. Ma il bambino si sdegnò e gli disse: «E abbastanza per te di cercare e non trovare2. Affatto insensatamente hai agito. Non sai che son tuo?3 non mi molestare»4.

VI.5

1. Un precettore, di nome Zaccheo6, trovandosi per di là, udl Gesù che diceva queste cose al suo babbo, e si meravigliò assai che, bambino com’era, parlasse così.

2. E pochi giorni dopo, s’accostò a Giuseppe e gli disse: «Hai un bimbo assennato, e ha intelligenza. Suvvia, affidalo a me, perché impari

  1. Lat.: cum furore apprehendit eum per auriculam. Questa tirata d’orecchi e altri particolari del racconto, che apparivano non troppo edificanti, sono stati soppressi o modificati nello Ps.-Mt. c. XXIX.
  2. Altra risposta sibillina, che varia parecchio nelle varie redazioni. Paris. aggiunge il soggetto αὐτούς «che essi (scil. i diventati ciechi) cerchino e non trovino», cioè mi cerchino per farmi del male, senza riuscire a trovarmi. Lat. ha: sufficit tibi videre me (et) non me tangere. (E continua: Tu enim nescis quis ego sum: quod si scires, non me contristares. Et quamvis modo tecum sum, ante te factus sum). Il siriaco: «Ti basta, che tu mi comandi e mi trovi (sottomesso?)» o secondo il Peeters: «Il vous suffisait de me commander et vous avez autorité sur moi».
  3. Il «son tuo» (l’εἰμί è preso dal Paris.) sembra di doversi intendere a sono in tuo potere»; non c’è quindi ragione di picchiarmi e molestarmi!
  4. DB aggiungono σὸς γάρ εἰμι (omesso da Paris.). Nel Siriaco manca il tratto οὐκ οἶδας.... λύπει. Ciò che vi corrisponde nel Lat. è stato detto sopra. Red. B ha ridotto il c. V (forse perché non capiva) a poche parole: καὶ καθίσας ὁ Ἰωσὴφ ἐπὶ τοῦ θρόνου αὐτοῦ, ἔστη τὸ παιδίον ἔμπροσθεν αὐτοῦ· καὶ κρατήσας αὐτοῦ ἐκ τοῦ ὠτίου ἔθλιψε σφοδρώς. Ὁ δὲ Ἰησοὺς ἀτενίσας αὐτῷ εἶπεν· ἀρκετόν σοι ἐστίν, «Ε sedutosi Giuseppe sul suo sgabello, il bambino si fermò ritto dinanzi; e quegli afferratolo per l’orecchio, lo strizzò fortemente. Ma Gesù fissandolo disse: È abbastanza per te».
  5. Cfr. Ps.-Mt. XXX-XXXI.
  6. Red. B parla di questo solo maestro (e cosi pure Paris.) la Red. A. invece il Lat. e il Syr. mettono in scena tre maestri (non senza qualche confusione in Lat. e Syr.), cioè Zaccheo, poi il maestro che picchia (c. XIV) e in terzo luogo il maestro amorevole (c. XV). Il nome di Zaccheo (Zachyas nel Ps.-Mt. cod. A) è conservato nel vangelo arabo dell’infanzia c. XLVIII; ma diviene Gamaliele nel Vangelo dell’infanzia annesso c. XX. I capi VI. VII. VIII. «apud Syrum, satis differunt a Graecis utrisque. Propius accedunt ad Latinorum rationem imprimis ad Ps.-Mat. capp. XXX et XXXI, partim etiam ad Thom. Latin. cap. VI» (Tischend.).