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«Götting. Gelehrte Anzeigen» 1921, p. 165-174 (recensione dell’opera del White); W. Schubart, Das zweite Logion Osyrhynchus Pap. IV, 654 in «Ztschr. f. neutest. Wiss.» 1921, p. 215-223; Vernon Bartlet in «Journ. of Theol. Stud.» XXIII, april 1923, p. 293-300 (recensione di The Sayings of Jesus del White). L’opera citata più sopra (n. 7) del Wessely; R. Dunkerley, The Oxyrhynchus Gospel Fragments in «The Harw. Theol. Rev.» XXIII, 1930, p. 19-37.

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Un gruppo speciale tra i vangeli apocrifi è costituito da’ così detti Vangeli dell’infanzia, i quali, lasciando da parte il resto della vita del Signore, raccontato dai vangeli canonici, voglion colmare la lacuna ch’è in questi, occupandosi diffusamente dell’infanzia del Salvatore e della vita antecedente di Maria e di Giuseppe (talora anche della loro fine gloriosa). Sono, in gran parte, d’età più tarda de’ precedenti vangeli apocrifi, benché comincino a florire già nel II secolo. Né in genere son redatti, come i più di quelli, con intenti ereticali; ma solo allo scopo di soddisfare con fantasiosi e romanzeschi racconti - o inventati di sana pianta o racimolati qua e là1, e assai spesso in stridente contrasto con lo spirito evangelico! — l’avida e credula pietà del popolo cristiano. Di questi vangeli, che nonostante la grossolana trivialità dei più, anzi in gran parte per merito di essa — han goduto la più larga popolarità in Oriente, e più tardi anche in Occidente2, lasciando orma vasta e profonda nella letteratura e nell’arte cristiana, non abbiamo solo frammenti, ma le opere intiere e di solito in più recensioni e lingue.

          Oltre la bibliografia già citata, cfr. R. Reinsch, Die PseudoEvangelien von Jesu und Maria’s Kindheit in der roman. und german. Literatur, Halle 1879; Ch. Rost, Les évangiles apocryphes de l’enfance de Jésus-Christ avec une introduction sur les recits de Mathieu et de Luc (Thèse), Montauban 1894; M. A. Potter, The legendary Story of Christ’s Childhood, New-York 1899; N. Baldoria, La nascita di Cristo nell’arte figurativa in «L’Italia artistica illustrata» V, 1886; Rohault De Fleury, La sainte Vierge, études archéol. et iconographiques, Paris, 1878; J. LIELL, Die Darstellungen der allerseligsten Jungfrau Maria, Freiburg 1887; Max Schmid, Die Darstellung der Geburt Christi in der bildenden Kunst, Stuttgart 1890; A. Ventura, La Madonna. Svolgimento artistico delle rappresentazioni della Vergine, Milano 1900 (Cfr. l’opera grandiosa dello stesso: Storia dell’arte italiana), G. Van Den Bergh Van Eysinga, Indische Einflüsse, auf evangelische Erzählungen (in «Forschungen zur Religion u. Literatur des A. u. N.T.», 1909, IV, p. 63-67, 90 s.). F. A. Von Lehner, Die Marienverehrung in den ersten Jahrhunderten, 2 Aufl. Stuttgart, 1886.
  1. Anche da fonti non cristiane. Cfr. Aimé Puech, Histoire de la littér. grecque, I p. 171, nota 2.
  2. L’Occidente fu più restio ad ammetterli. Benché già Zeno da Verona e il poeta Prudenzio attingano senza scrupolo al Protovangelo di Giacomo, i più influenti scrittori cattolici del IV e V secolo videro assai di mal occhio quei vangeli (S. Girolamo non dubita parlare di «deliramenta apocryphorum», «apocryphorum somnia») o per lo meno con sospetto (Sant’Agostino nega loro ogni autorità «non habent.... ullum pondus auctoritatis»), né mancarono anche esplicite condanne da parte dell’autorità ecclesiatica. (Cfr. Innoc. I ep. ad Exsup. 7: «Cetera autem [cioè i libri extracanonici].... non solum repudianda, verum etiam noveris esse damnanda»). Ma a poco a poco riuscirono tuttavia a farsi valere e imporsi. Appena trent’anni dopo la condanna di Innocenzo I (a. 405), i musaici di Santa Maria Maggiore in Roma, ordinati da Sisto III, si abbellivano di particolari derivati dagli apocrifi.Non molto più tardi Gregorio di Tours († 594) e lo Pseudo-Crisostomo (c. 600) spigolavano parimenti nei vangeli apocrifi. Nel Medio Evo poi il loro trionfo può dirsi completo (ricorda: Hroswitha † 968; lo Speculum historiale di Vincenzo di Beauvais, 2ª metà del sec. XIII; la Legenda aurea di Jacopo da Voragine, fine del sec. XIII, ecc.), non ostante le riserve di taluni, come Alcuino, S. Pietro Damiani, S. Bernardo, S. Tommaso d’Aquino. Vedi Tappenhorn, p. 18. Anche nel Corano e in altri scritti mussulmani l’influsso dei vangeli apocrifi si mostra assai largo.