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Pagina:Bonaccorsi - Vangeli apocrifi.pdf/229

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Simeone1, di centododici2 anni. Costui aveva ricevuto la risposta del Signore che non gusterebbe la morte senza aver veduto il Cristo, figliuolo di Dio nella carne (Lc., 2, 25-26). Or com’ebbe visto il bambino, esclamò a gran voce: «Iddio ha visitato il suo popolo e il Signore ha adempito la sua promessa». E subito adorò il bambino. Poi prendendolo nel suo mantello, l’adorò di nuovo e ne baciava le piante3, e disse: «Ora, o Signore, tu lasci andare in pace il tuo servo secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, che hai preparata al cospetto di tutti i popoli: luce a rischiaramento delle genti e gloria d’Israele tuo popolo» (Lc., 2, 29-32).

3. C’era poi nel tempio del Signore la profetessa Anna, figliuola di Fanuele, della tribù di Asser, ch’era vissuta col suo marito sette anni dalla sua verginità, ed era vedova già da ottantaquattro anni4: mai non s’allontanava dal tempio del Signore, dandosi a digiuni e preghiere. Costei, accostatasi, adorava il bambino, dicendo che in lui era la redenzione del secolo (Lc., 2, 36-38).

XVI.5

1. Trascorso poi il secondo anno6, de’ magi vennero dall’Oriente in Gerusalemme, portando grandi doni. E instantemente interrogarono i Giudei, dicendo: «Dov’è il re che v’è nato? Abbiam visto la sua stella

  1. Al sacerdozio di Simeone, immaginato dal Protevangelo (c. XXIV), il nostro apocrifo non fa allusione.
  2. Di centotredici, secondo altri codici seguiti dal Thilo. Il vangelo di Luca non accenna alla età di Simeone.
  3. Altra circostanza aggiunta dal nostro apocrifo al racconto di Luca.
  4. San Luca dice piuttosto che, rimasta vedova, aveva raggiunto gli ottantaquattro anni.
  5. Cfr. Protev. XXI.
  6. Con questa data del Pseudo-Matteo è in armonia la rappresentazione di Gesù, adorato da’ magi, quale s’ha presso parecchi artisti: di un Gesù cioè già grandicello, sia nudo e in piedi, sia ricoperto d’una vesticciuola e seduto sulle ginocchia della mamma. Così, per esempio, un affresco del cimitero di Domitilla (J. Liell, Die Darstellung etc., tav. III, p. 227,