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Pagina:Bonaccorsi - Vangeli apocrifi.pdf/293

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dato in dono, ingiungendoci lo stesso Erode di dar questo dono al fanciullo. Lo stesso poi Erode promise (di portare) un dono da offrirgli, quando fossimo tornati da lui. E presi i doni partimmo da Gerusalemme. Ed ecco la stella, che c’era apparsa, ci ha preceduti da quando siam partiti da Gerusalemme sino a questo posto. Ed ecco è entrata in questa grotta nella quale tu stai e non ci permetti d’entrare». Dice loro Giuseppe: «Io non m’oppongo più a voi. Seguitela, poiché Dio è la vostra guida. E non solo vostra, ma di tutti coloro ai quali volle manifestar la sua gloria». All’udir questo, i Magi entrarono, e salutarono Maria, dicendo: «Salute, o piena di grazia» (Lc., 1, 28), e accostatisi alla mangiatoia, guardarono e videro il bambino.

92. Giuseppe poi disse: «Figlio Simeone, sta’ attento e guarda quel che fan questi pellegrini là dentro: a me non conviene spiarli». E quegli fece così. E disse a suo padre: «Ecco, all’entrare han salutato il fanciullo e si son prostati a terra: e l’adorano a mo’ de’ barbari, e a uno a uno baciano i piedi del bambino. Oh che stan facendo (ora)? Non lo distinguo». Gli dice Giuseppe: «Guarda attentamente». Risponde Simeone: «Ecco, aprono i loro tesori e gli offron doni». «Che cosa gli offrono?» Simeone risponde: «Suppongo che gli offrono que’ doni che ha mandato il re Erode. Ecco, invero gli hanno offerto dalle loro bisacce oro, incenso e mirra. E (anche) a Maria han dato molti doni». Gli disse Giuseppe: «Molto bene han fatto questi uomini, che non han baciato gratis il bambino, e non come que’ nostri pastori, che son venuti giù senza doni». Di nuovo gli dice: «Osserva più attentamente, e guarda quel che fanno». E Simeone osservando dice: «Ecco di nuovo hanno adorato il fanciullo. Ecco, se n’escon qui fuori!».

93. Quelli uscirono e dissero a Giuseppe: «O uomo felicissimo, ora saprai chi è questo fanciullo che tu allevi!» Risponde loro Giuseppe: «Suppongo ch’è mio figliuolo»1. Gli dicono: «Il suo nome è più grande del tuo. Ma forse è così: tu sei degno d’esser chiamato suo padre, perché lo servi non come un tuo figliuolo, ma come Dio e signore tuo, e toccandolo con le tue mani n’hai riguardo con gran timore e cura. Non voler dunque considerarci ignari. Sappi questo da noi, che colui al quale tu se’ stato assegnato quale allevatore, egli è il Dio degli

  1. Questa risposta (dissimulatrice?) di Giuseppe manca nel cod. H. dove del resto tutto il tratto è parecchio rimaneggiato.