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Pagina:Bonaccorsi - Vangeli apocrifi.pdf/295

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dèi e il dominatore de’ dominanti, Dio e re di tutti i principi e potenti, Dio degli angeli e de’ giusti. È lui che libererà tutti i popoli nel suo nome, perché sua è la maestà e l’impero, e spezzerà l’aculeo della morte e sbaraglierà la potenza dell’inferno. A lui serviranno i re, e tutte le tribù della terra l’adoreranno, e lo confesserà ogni lingua dicendo: Tu sei Cristo Gesù, liberatore e salvatore nostro; perché tu sei Dio, potenza e splendore del Padre eterno».

94. Dice loro Giuseppe: «Donde avete saputo questo che mi dite?». Gli rispondono i Magi: «C’è tra voi delle antiche scritture de’ profeti di Dio, nelle quali è detto di Cristo, in qual modo ha da esser la sua venuta in questo secolo. Parimenti c’è tra noi delle vetuste scritture di Scritture, nelle quali è scritto di lui. Del resto, poiché ci hai chiesto donde mai noi possiamo ciò sapere, ascoltaci. L’abbiamo appreso dal segno della stella, — c’è apparsa infatti più folgorante del sole! — sul cui fulgore nessuno mai ha potuto dir nulla. Questa stella, ch’è sorta, significa che regnerà la stirpe di Dio nello splendore del giorno. E non girava nel centro del cielo come sogliono le stelle che son fisse e anche i pianeti, che quantunque osservino un certo corso di tempo .   .   .   .   .   .   

.   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   .   
sempre son dette essere erranti: questa sola non è punto errante1. Giacché tutto il polo cioè il cielo ci sembrava non poterla contenere nella sua grandezza. Ma neppure il sole poté oscurarla con lo splendore della sua luce, come le altre stelle. Anzi lo stesso sole divenne più fiacco alla vista dello splendore della sua venuta. Giacché questa stella è la parola di Dio. Quante infatti le stelle, tante son parole di Dio. E la parola di Dio, Dio (è) ineffabile. Come ineffabile (è) questa stella. Ed essa ci fu compagna per la via che abbiamo fatto venendo a Cristo»2.

  1. Abbiamo tradotto alla meglio una parte dell’intraducibile periodo. Tutto il tratto «Nam de cetero.... sine errore» si legge in H. così ridotto: Sed et stelle signo nobis apparentis eius iam aduentus in mundum hunc tempus cognouimus, de cuius specie splendoris sive fulgoris nemo potest digne effari. Hec enim stella nobis orta apparuit primum in die natiuitatis pueri huius, et circuibat polum celi sola sine errore, non sicut solent hec stelle que celo fixe sunt.
  2. Ci sono parecchie frasi inintelligibili in questo tratto, e la traduzione n’è malsicura. Il cod. H.: Cum autem eam primum contemplabamur, uidebatur nobis totum polum non posse capere eam sua magnitudine. sed neque sol ipse potuit eam sua claritate obumbrare, sed inferior factus est <quam> splendores illius. Nam hec stella uerbi dei est et ipse (? ipsa) nobis comes fuit et dux in uia hac qua ambulauimus huc perueniendi ad Christum.