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V. 21. E allora tiraron fuori i chiodi dalle mani del Signore, e lo posero a terra. E tutta la terra si scosse, e ci fu un gran spavento. 22. Allora rifulse il sole, e si trovò (ch’era) l’ora nona. 23. Si rallegrarono i Giudei e dettero a Giuseppe il corpo di lui, perché lo seppellisse, poiché aveva visto quanto bene egli aveva fatto. 24. E lui, prese il Signore, lo lavò, lo ravvolse in un lenzuolo e lo portò dentro la propria tomba, chiamata l’orto di Giuseppe.

V. 25. Allora i Giudei e gli anziani e i sacerdoti capito quanto male avevan fatto a se stessi, cominciarono a percuotersi (il petto) e dire: «Guai ai nostri peccati! Il giudizio e la fine di Gerusalemme è vicina». 26. Io poi con i miei compagni ero nell’afflizione, e feriti nell’animo ei nascondevamo; perché eravamo cercati da loro come malfattori e come intenzionati di bruciare il tempio. 27. A motivo di tutto questo, noi digiunavamo e stavam seduti a lamentarci e a piangere notte e giorno, sino al sabbato.

VIII. 28. Intanto, radunatisi insieme gli scribi e i Farisei e gli anziani, al sentire che tutto il popolo mormorava e si picchiava il petto dicendo: «Se così gran prodigi sono avvenuti alla sua morte, vedete quant’egli fosse giusto!», 29. s’impaurirono, e andarono da Pilato, pregandolo e dicendo: 30. «Dacci de’ soldati, che custodiscano il suo sepolcro per tre giorni; che non vengano i suoi discepoli a rubarlo, e il po-