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164 NOVELLA E BETTINA


apparteneva mantenersi sempre eguale a sè stesso, ricusando la dignità che per acquistarla doveva comin ciare dal farsene indegno; dannando al chiostro colei che nell’impalmarla aveva giurato innanzi a Dio di difendere per tutta la vita, e che volonterosa aveva seco lui divise le fatiche e i pensieri. Ecco come il Legnani insegnò al mondo che la vera virtù non trova ricompensa né dall’ostro nè dal bisso, ma invece dal saper calpestare l’uno e l’altro, se al possesso di lei si frappone.

Ma morte, a cui nulla resiste, divise questa valo rosa coppia nel 1366. involando Novella allo sposo che l’amava, alla patria che l’ammirava, alle scienze da lei onorate.

Le spoglie sue furono depositate in San Domenico nell’avello dei Legnani.

Non disuguale arringo corse Bettina. Moglie a Giovanni Sangiorgi, distintissimo Dottore di Decretali, avevalo seguito in Padova ove vennegli aggiudicata Cattedra nella Università: e là sulla Brenta donde le scienze già levavansi sublimi, leggendo Bettina più fiate nelle pubbliche scuole, potè porgere incontrastabile prova che ben a ragione era dovunque decantato lo stupendo sapere delle donne del picciol Reno; stantechè in effetto, di cotanto senno nelle leggi e nella filosofia, forse nessuna città potè mai annoverare tante Dottoresse, quante celeberrime vide succedersi Bologna in meno che nel volgersi di un secolo.

Ben poco ella visse in Padova, ma ciò non tolse alla illustre Bolognese scelta corona di ammiratori, che la onorassero in vita delle più schiette lodi; ‬la piangessero quando il 5 ottobre 1355 dipartivasi da questo