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MONTECUCCOLI DAVIA | 51 |
sua Dama d’onore, e mai lasciando di richiamarla in corte
la informava della tranquillità che sembrava voler felicitare
il regno d’Inghilterra. Tranquillità che potevasi credere
non peritura; giacchè, quantunque il re e la regina andassero pubblicamente a messa, quai sovrani cattolici; e più
innanzi Giacomo inviasse un Ambasciatore a Roma ricevendo poi il Cardinal Nunzio nel castello Windsor con il
cerimoniale usato dalle cattoliche corti; nullostante contenta la nazione che il Monarca al suo primo calcare il
soglio avesse assicurato in Parlamento di mantenere le leggi
dello stato, e della chiesa stabilita, si videro gl’inglesi
starsene tranquilli, dando di più, in vari incontri al nuovo
Sire prove di attaccamento. Ma quando l’affezione dei sudditi scemò per Giacomo, perchè nella vittoria riportata sopra
il Duca di Monmout, aveva mostrata troppa severità ( che
qualche suo favorito portò sino alla barbarie ) e quando
poi il santo suo zelo per la vera fede lo esaltò, quando....
tutto insomma contribuiva ad accendere guerra fra la co
rona e la Chiesa Anglicana, il Parlamento mal nascose la
sua rabbia; i nemici esterni accordarono con i malcontenti
interni, e tutto annunziava lo scoppio vicino; ecco di nuovo
la povera regina non più invitare, pregare e scongiurare
l’amica sua di non abbandonarla.
Donna Vittoria, ch’erale oltre ogni dire affezionata, sen tiva estremo cordoglio per la funesta notizia delle nuove sciagure; d’altronde, Ella non poteva più partirsi col consorte suo, ritenuto in patria da domestiche cure, e dolevale abbandonare l’educazione de’ suoi figliuoli, su cui molto invigilava. Mentre affetti si potenti facevano in Lei cruda lotta, le lettere della regina divenendo sempre più pressanti, decisero il Senatore Davia di far forza a se stesso col consigliare e persuadere la ben amata sua compagna