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MONTECUCCOLI DAVIA | 59 |
era inferiore a veri suoi meriti, ammirando come docil
mente e con compiacenza piegavasi ai voleri del marito,
più assai che non sogliono le altre spose. In quanto al resto
basterà dire che il suo esempio era il più eloquente invito
ad ogni virtù. Non veniva però concesso alla patria e alla
famiglia goderne a lungo, stantechè sua Maestà Maria Bea
trice richiamavala con sollecitudine, e il Marchese Virgi
lio Davia non sapeva niegare a Colei ch’era oppressa
dall’infortunio il sollievo di chi chiamava tenera amica.
Tornò dunque Donna Vittoria a S. Germano, nè po teva giungervi più in tempo, perchè oppresso Giacomo II. non tanto dagli anni quanto dalle sciagure, cessò di vivere lasciando l’infelice regina senz’altro conforto che la sua Dama, la sua compagna, l’amica sua: questa andavale ripetendo che chi perde tutto per Iddio, tutto centuplicato trova in Dio, che il re Giacomo aveva perduto una corona in terra ed era volato a cingerne una in eterno nel cielo, da dove se non otteneva ricuperasse il figlio suo Giacomo III il seggio d’Inghilterra, più luminoso glielo avrebbe inter cesso al suo fianco.
Ma pur troppo anco quest’ultimo conforto doveva cessare alla vedova del misero Monarca >, che infermatasi gravemente Donna Vittoria, i medici di corte troppo tardi si avvidero aver errato nel curarla, e peggiorando di giorno in giorno arrivò ai preludj di vicina morte. L’inferma con tutta rassegnazione si preparò al tremendo passo, santamente come aveva fin allora vissuto, e sebbene estenuata di forze volle ricevere il Santissimo Viatico genuflessa al suolo, e con tanti sentimenti di compunzione da commoverne immensamente tutti i circostanti. Poscia rice vuta la strema unzione, proferendo i nomi di Gesù e di Maria, placidissimamente rese la sua bell’anima alCreatore, il giorno di Venerdi 13 Aprile 1703.