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e non è stato, né in se stesso né meno nelle sue parti, né in cosa altra a sé proporzionata o somigliante, ma ella è stata, quantunque inverisímilmente, da qualche tanto autore- vole e celebrato scrittor introdotta, che senza cercar della sua verisimiglianza altro argomento, già d’una in altra bocca pas- sando, la sola fama le acquista fede. Cosi avendo Omero finti alcuni cavalli, generati dal vento Borea, di maniera leggieri che correvano sopra le mature campagne senza inchinar le spiche, non solo n’han poi anche símilmente favoleggiato Vergilio, Silio, il Tasso, ma l’hanno eziandio scritto per isto- ria Varrone, Columella, Plinio, Solino, Eliano, Lattanzio, Ba- silio ed altri. Or tutto questo all’amor di Celia applicando, dico che la verità delle cose che sono o che sono state aiuta il verisímil della sua finzione in tutte e tre le sopradette ma- niere. Nella prima, perché se G am or di Celia non è e non fu mai cosi tutto congiuntamente qual egli è finto, non è perٍ che non sia o che non sia stato nelle sue parti separata- mente considerate. Non fu, per avventura, alcuna giammai che amasse più d’uno ad un tempo egualmente ed ardente- mente, e che ne volesse morire; ma ce ne sono e ce ne furon ben dell’altre che n’amaron più d’uno ad un tempo: ce ne furon altre che n’amaron più d’uno egualmente: ce ne furon dell’altre che n’amaron più d’uno ardentemente: ce ne furon dell’altre che per amore e per onor vollero darsi la morte. Né l’accoppiamento di tutte queste parti insieme ha (per quello ch’io mi creda, e ? mostreremo forsi anche) alcuna aperta né pure occulta ripugnanza. Si che per questa parte tutto l’amor di Celia è verisimile, perché le sue parti separatamente son vere, e ? congiugnimento loro non ha ripugnanza. Nella seconda maniera, il verisímil dell’amor di Celia vien aiu- tato, perché, se ci è pur chi non voglia credere ch’ei sia né che possa esser alcuno, il quale più d’uno ad un tempo egual- mente ed ardentemente ami d’amor d’amore, non ci sarà già chi ? nieghi d’amor di natura, quale è l’amor del padre verso i figliuoli, né d’amor d’amicizia, che da Aristotale è detto somigliantissimo all’amor dell’amore. La qual proporzione