Pagina:Bonarelli, Guidubaldo – Filli di Sciro, 1941 – BEIC 1774985.djvu/321

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Comunque perٍ voglia giudicarsi di questo passo, a me pare ahnen certo che con minore fondamento il P. Bouhours riprovasse alcuni altri versi del Bonarelli, trattandoli da inve- risimili ed affettati al par de’ primi. Temendo Melisso, padre supposto di Clori, o sia Filli, ch’essa di nuovo sia scoperta dai turchi, le persuade a mischiarsi coll’altre ninfe, con dire: perché fra l’altre in torma se ti veggono i traci, sarai men conosciuta. Poi soggiunge che tuttavia teme che la sua non ordinaria bellezza la scuopra. Ma da quegli occhi tuoi non so qual luce, che ’n altrui non si vede, troppo viva risplende; a tanto lume non potrai star nascosa. Se questo sentimento è affettato, quali sono mai i naturali? Il senso puro de’ versi è tale: ma tu hai negli occhi un certo brio, una certa vivacità, che non si mira nelle altre, onde sarai tosto osservata e scoperta. Il perché segue a dirle ch’ella scio- gliendosi intorno alla fronte i capelli procuri d’adombrar le sue sembianze : Fa’ che quasi per vezzo sparso intorno a la fronte il crin disciolto le tue belle sembianze vada in parte adombrando: tanto parrai men dessa, quanto parrai men bella. Io non so credere che il censor franzese potesse giudi- care inverisimile il sentimento, quale da me si è posto in prosa, poiché egli pure lodٍ, come ragion volea, non poco l’immagine attribuita da Terenzio ad un giovane, il quale