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L’accennata conferenza di Parigi ebbe un seguito a Londra il 7 e l’8 agosto successivo; ma sulle decisioni che vi furono prese non fu diramata al pubblico alcuna comunicazione.

Ricordiamo infine che il 15 agosto fu resa pubblica la nota in data del 1°, che il Pontefice aveva diretto a tutti gli stati belligeranti per invitarli ad iniziare trattative di pace sulla base delle indicazioni suggerite nella nota medesima. Ad essa rispose il Presidente degli Stati Uniti in senso negativo e risposero la Germania, l’Austria-Ungheria, la Turchia e la Bulgaria con adesione generica e con equivoche riserve. Gli altri Stati dell’Intesa non avevano ancora risposto quando furono ripresi i lavori parlamentari nella anzidetta seduta del 16 ottobre.

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Nell’ambiente spirituale e politico risultante dagli elementi di fatto sopra esposti furono riprese le sedute deila Camera, il cui compito più immediato era quello di discutere la domanda, presentata dal Governo, per l'autorizzazione di un nuovo esercizio provvisorio dei bilanci.

All’inizio della seduta il Presidente, On. Marcora, mandò all’Esercito un saluto al quale si associò il Presidente del Consiglio On. Boselli, con le seguenti parole.

BOSELLI, presidente del Consiglio dei ministri. Onorevoli deputati, il vibrante, infinito applauso che coronò l’eloquenza alta e fervida del Presidente, avrà un’eco concorde nel paese.

Egli non solo esaltò la gloria dei combattenti, non solo fece risuonare un’altra volta in quest’Aula la voce del patriottismo inestinguibile, ma affermò i propositi della politica italiana, che è quella del Governo perchè è la politica del Parlamento. (Vive approvazioni).

La politica italiana, rimane e rimarrà sempre salda nei pensieri, nei sentimenti o nelle opere, onde intraprese la guerra nostra per le rivendicazioni nazionali, onde si associò alla guerra per la civiltà: la politica italiana è e rimarrà, fino alla completa vittoria, intimamente e indissolubilmente unita con quella dei no-