Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/127

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dover giungere dal Reno, e di 1500 cavalli, potrem promettere prima che venga il mese di Aprile, 30,000,000 di franchi alle armate del Reno, di Sambra e Mosa, e l’Imperatore potrà essere costretto a rivolgere tutti i suoi sforzi dalla parte del Friuli.




Parigi, li 28 frimale anno 5 (8 Decembre 1796)


LXVII - Al Provveditor Generale della Repubblica di Venezia.


Io non ho ravvisato, Signore, nella nota che mi avete fatta pervenire, la condotta delle truppe Francesi sul territorio della Repubblica di Venezia, ma piuttosto quella delle truppe di S. Maestà l’Imperatore, che per tutto dove sono passate, hanno commesso degli orrori che fanno fremere. Lo stile di cinque pagine sulle sei, che formano la nota che vi hanno invitata da Verona, è d’un cattivo scolare di rettorica, cui è stato dato per tesi di fare un’amplificazione. Eh Dio buono! Signor Provveditore, le disgrazie inseparabili da un paese che è il teatro della guerra, cagionate dall’urto delle passioni, e degl’interessi, sono di già sì grandi e sì affliggenti per l’umanità che non merita il conto, vi accerto, di centuplicarle, e di mescolarvi dei racconti di fate, se non redatti con malizia, almeno estremamente ridicoli. Io do una mentita formale a chi oserà dire, che vi è stata negli stati di Venezia una sola donna violata dalle truppe Francesi. Non si direbbe alla lettura della nota ridicola che mi è stata inviata, che tutte le proprietà sono state disperse, che nel Veronese, e nel Bresciano non esiste più una chiesa, e una donna inviolata? La città di Verona, quella di Brescia, quella di Vicenza, quella di Bassano, in una parola tutta la Terra-ferma dello Stato di Venezia, soffrono molto da questa lunga lotta: ma chi n’ha colpa? Un Governo egoista, che concentra nell’isole di Venezia tutta la sua sollecitudine, e le sue premure, sacrifica i suoi interessi ai suo pregiudizj, e alla