Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/172

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7. Nel fatto dunque noi siamo in guerra con la Repubblica di Venezia, la quale ben lo sa; ed essa non ha trovato altro mezzo per mascherare il suo movimento, che disapprovare in apparenza gli stessi contadini, che in realtà arma, e tiene a soldo.

In conseguenza voi domanderete al Senato di Venezia:

1. Una spiegazione categorica fra dodici ore; cioè se siamo in pace, o in guerra; ed in quest’ultimo caso abbandonerete all’istante Venezia; nell’altro caso esigerete:

2. Che tutti gli arrestati per opinione, i quali non hanno altra colpa che di aver mostrato dell’attaccamento per la Francia, sieno all’istante posti in libertà.

3. Che tutte le truppe, eccetto le guarnigioni ordinarie, le quali esistevano cinque mesi sono nelle piazze di Terra-ferma, evacuino la Terra-ferma.

4. Che tutti i contadini sieno disarmati come lo erano un mese fa.

5. Che il Senato prenda le disposizioni per mantenere la tranquillità nella Terra-ferma, e non riconcentri tutta la sua sollecitudine nelle lagune.

6. In quanto alle turbolenze di Bergamo, e di Brescia io offro, come altra volta lo feci, al Senator Pesaro, la mediazione della Repubblica francese, per far che tutto ritorni all’ordine antico.

7. Che gli autori dell’incendio della casa del console di Zante sieno puniti; e la sua casa ripristinata a spese della Repubblica.

8. Che il Capitano di vascello, il quale ha tirato su la Fregata la Bruna sia punito, e che il valor del convoglio, che, contro la neutralità, egli ha protetto, sia rimborsato.